Il concetto di ipotizzazione compare per la prima volta nell'articolo del 1980 Ipotizzazione – circolarità – neutralità: tre direttive per la conduzione della seduta e rimanda una specifica linea guida su cui si basa il colloquio clinico ad orientamento sistemico.
L'ipotizzazione si riferisce alla capacità del terapeuta di formulare un’ipotesi fondata sulle informazioni in suo possesso. Attraverso l’ipotesi il terapeuta stabilisce il punto di partenza della propria investigazione con metodiche atte a verificarne la validità e qualora risultasse errata, il terapeuta deve formularne rapidamente un’altra, basandosi sulle informazioni emerse durante il lavoro di verifica dell’ipotesi precedente. Una ipotesi non è mai né vera né falsa, ma solo più o meno utile al lavoro terapeutico. L’ipotesi, inoltre, deve essere sistemica, deve cioè includere tutti i componenti della famiglia e fornire il terapeuta di una supposizione del funzionamento relazionale globale.
C'era una volta un tale che chiese al suo calcolatore: “Calcoli che sarai mai capace di pensare come un essere umano?”. Dopo vari gemiti e cigolii dal calcolatore uscì un foglietto che diceva: “La tua domanda mi fa venire in mente una storia…”. G. Bateson, M. C. Bateson[1] Ciascuno di noi ha dentro di sé un romanzo familiare e ogni famiglia ha una storia da raccontare. A. A. Schützenberger[2] A furia di raccontare le sue storie, un uomo diventa quelle storie. D. Wallace[3]
A partire dagli anni ’90, la terapia sistemica è stata influenzata dall’incontro con la terapia narrativa, incontro che ha favorito il passaggio da una prospettiva sincronica - tipica del periodo strategico-sistemico - a una prospettiva diacronica, e che ha nel tempo portato a sviluppare un interesse per le storie, come esse si costruiscono e come sono costruite (Boscolo, Bertrando, 1996).
Con l’apertura della scatola nera[4] a metà degli anni ’70, la terapia sistemica ha cominciato a interessarsi alle connessioni tra eventi e significati (Boscolo, Bertrando, 1996), riscontrando come i sistemi umani che producono sintomi e sofferenza tendano a ingabbiarsi in storie deterministiche in cui il passato determina il loro presente e vincola il futuro (Boscolo, Bertrando, 1993). Scrivono White ed Epston (1989, p.19): “Nel tentativo di dare senso alla vita, le persone affrontano il compito di collocare le proprie esperienze degli eventi in sequenze temporali, in modo da arrivare a un resoconto coerente di se stessi e del mondo intorno a loro. Specifiche esperienze di eventi del passato e del presente, insieme a quelle che si prevede si verifichino nel futuro, devono essere connesse in una sequenza lineare per sviluppare questo resoconto. Al quale ci si può riferire come una storia o un’autonarrazione. Il successo di questo processo di costruzione delle storie fornisce alle persone un senso di continuità e significato rispetto alla propria vita, ed è su questo che possono fondere il senso della vita quotidiana e l’interpretazione delle esperienze future”. In questa concezione, la sofferenza che conduce le persone a cercare un aiuto terapeutico può essere letta come espressione di un’inadeguatezza tra le storie che le persone raccontano di se stesse e la propria attuale esperienza, oppure della discrepanza tra la loro esperienza e le storie che gli altri raccontano di loro. Il processo terapeutico diviene allora soprattutto un processo di rinarrazione delle storie, in cui le persone recuperano la possibilità e la capacità di essere autori – tramite l’interazione col terapeuta – di storie positive per sé, che attenuino la sofferenza e che restituiscano senso. Da qualche mese ho aperto una rubrica nel mio profilo Instagram in cui, ogni lunedì, propongo un testo fondamentale della psicologia sistemica o che ha una forte attinenza con essa.
Per ora sto semplicemente postando l'immagine con i riferimenti utili a recuperare il testo, ma l'idea è quella di creare un piccolo abstract per ogni libro contenente i concetti più importanti o che mi hanno più colpito. Ti aggiornerò non appena avrò introdotto questa novità, e nel frattempo ti auguro una buona lettura! I problemi che le persone portano in terapia non sono mai un qualcosa di dato, ma prendono forma nel momento stesso in cui i pazienti entrano in contatto col terapeuta.
In accordo con la teoria della cibernetica di secondo ordine, infatti, l'osservatore non è esterno al processo della conoscenza, ma anzi partecipa attivamente a costruire il sistema osservato e in ogni momento egli si rapporta col sistema con una comprensione che modifica la relazione con il sistema. L’Albero della Vita è uno strumento della psicologia narrativa ideato da David Denborough, che si basa sull’idea di usare l’albero come metafora per raccontare la storia della propria vita passata, presente e futura. La persona è invitata a pensare all’albero, alle sue radici, tronco, rami, foglie, ecc. e di immaginare che ogni parte rappresenta qualcosa della sua vita.
Le domande sono un potente strumento di conoscenza, scoperta e cambiamento e saper porre (buone) domande è una vera e propria arte.
Gli psicologi sistemici lo sanno bene, e dedicano buona parte della loro formazione a imparare a fare domande. Lo psicologo sistemico formula domande sulla base di ipotesi, che a loro volta vengono elaborate connettendo idee, mappe cliniche, narrazioni, emozioni, vissuti, premesse e pregiudizi. Tra i vari tipi di domande tipiche dello psicologo sistemico, quelle più utili a favorire il cambiamento sono senza dubbio le così dette domande riflessive. La rabbia è un'emozione che tutti noi conosciamo.
Non ha età, sesso o cultura di appartenenza.
Quante volte ti sarà capitato di arrabbiarti con qualcuno, magari perché ti ha fatto un torto, o negato qualcosa di importante? O di arrabbiarti con te stesso, magari dopo aver realizzato di aver preso una decisione sbagliata? Parliamoci chiaro: la rabbia è una emozione primaria estremamente importante. Può aiutarci a raggiungere un obiettivo, a superare un ostacolo o a difenderci da un pericolo. In questo senso, la rabbia è una emozione adattiva, cioè fondamentale per la sopravvivenza degli individui e delle specie. Ma la rabbia può anche essere distruttiva e pericolosa. In questa video-intervista Valeria Ugazio racconta le sue più recenti riflessioni su innamoramento, amore e crisi di coppia, sempre dal suo particolare e originale punto di vista. Davvero molto interessante, da guardare fino in fondo! :-D ... Sono entrati nel nostro campo concetti quali la costruzione e co-costruzione della realtà, la soggettività della conoscenza, l’autoriflessività. Questa evoluzione ci ha portato a vedere il linguaggio non più soltanto come un mezzo, ma come un fine della terapia, nel senso che centrando l’attenzione sulle parole e sul modo in cui i clienti parlano, si può avere un’impressione su come costruiscono la realtà, ... la loro realtà. |
AutoreGiorgio Franzosi è psicologo psicoterapeuta e terapeuta EMDR. Da diversi anni aiuta a ritrovare il proprio benessere psicofisico nel più breve tempo possibile. Lavora a Crema (CR) e Online. Categorie
Tutti
Archivi
Luglio 2023
|
8/5/2019
0 Commenti