La rabbia è un'emozione che tutti noi conosciamo.
Non ha età, sesso o cultura di appartenenza.
Quante volte ti sarà capitato di arrabbiarti con qualcuno, magari perché ti ha fatto un torto, o negato qualcosa di importante? O di arrabbiarti con te stesso, magari dopo aver realizzato di aver preso una decisione sbagliata? Parliamoci chiaro: la rabbia è una emozione primaria estremamente importante. Può aiutarci a raggiungere un obiettivo, a superare un ostacolo o a difenderci da un pericolo. In questo senso, la rabbia è una emozione adattiva, cioè fondamentale per la sopravvivenza degli individui e delle specie. Ma la rabbia può anche essere distruttiva e pericolosa. Quando non pensata, non mentalizzata, agita d’istinto, la rabbia può avere conseguenze negative. Può portarci a ferire le persone, fisicamente o psicologicamente, a incolparle, ad aggredirle, e - nei casi più estremi - perfino a ucciderle. Questi agiti sono in realtà la manifestazione parziale di quello che sta accadendo dentro noi, di un sentire che può portare a distruggere piuttosto che a costruire. Come fare, quindi, a evitare che la rabbia diventi distruttiva e a trasformarla in una emozione costruttiva? Innanzi tutto devi sapere che noi non ci arrabbiamo a causa di qualcuno o di qualcosa; i comportamenti degli altri o gli eventi esterni non sono mai la causa del nostro arrabbiarci, ma uno stimolo che elicita la nostra emozione connessa a un determinato bisogno. Prova a pensarci: mi arrabbio perché il datore di lavoro mi nega le ferie o perché ho bisogno di riposo? Mi arrabbio perché l’altro mi insulta o perché ho bisogno di uguaglianza? Mi arrabbio perché il capo non mi promuove o perché ho bisogno di gratificazioni? Mi arrabbio perché i figli stanno facendo baccano o perché ho bisogno di concentrazione? Non è il comportamento dell’altro a causare il nostro sentimento bensì il bisogno sottostante, che in qualche modo quel comportamento frustra o nega. Un esercizio per capire e gestire la rabbia.
C'è un esercizio che uso spesso in terapia quando devo affrontare il tema della rabbia e che oggi voglio presentare anche a te. Si tratta di un esercizio che aiuta ad ascoltarsi, a guardarsi dentro e dunque a generare consapevolezza e riflessività.
La consegna è la seguente:
Allora? Come è andata? Pensi che questo esercizio ti è stato utile? Ha prodotto qualche novità in te? Se ti va, fammelo sapere nei commenti qui sotto e ricorda: Saper connettere la rabbia ai propri bisogni aiuta a capirla, a darle senso e, quindi, a gestirla e a dirigerla in modo costruttivo. Lascia una Risposta. |
AutoreGiorgio Franzosi è psicologo psicoterapeuta e terapeuta EMDR. Da diversi anni aiuta a ritrovare il proprio benessere psicofisico nel più breve tempo possibile. Lavora a Crema (CR) e Online. Categorie
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