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20/4/2018

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Ascoltare la rabbia: un esercizio per capire i propri bisogni

 
esercizio per gestire la rabbia

La rabbia è un'emozione che tutti noi conosciamo.

Non ha età, sesso o cultura di appartenenza.

​Quante volte ti sarà capitato di arrabbiarti con qualcuno, magari perché ti ha fatto un torto, o negato qualcosa di importante? O di arrabbiarti con te stesso, magari dopo aver realizzato di aver preso una decisione sbagliata?

Parliamoci chiaro: la rabbia è una emozione primaria estremamente importante. Può aiutarci a raggiungere un obiettivo, a superare un ostacolo o a difenderci da un pericolo. In questo senso, la rabbia è una emozione adattiva, cioè fondamentale per la sopravvivenza degli individui e delle specie. 
Ma la rabbia può anche essere distruttiva e pericolosa.​

Quando non pensata, non mentalizzata, agita d’istinto, la rabbia può avere conseguenze negative. Può portarci a ferire le persone, fisicamente o psicologicamente, a incolparle, ad aggredirle, e - nei casi più estremi - perfino a ucciderle. Questi agiti sono in realtà la manifestazione parziale di quello che sta accadendo dentro noi, di un sentire che può portare a distruggere piuttosto che a costruire.

Come fare, quindi, a evitare che la rabbia diventi distruttiva e a trasformarla in una emozione costruttiva?

Innanzi tutto devi sapere che noi non ci arrabbiamo a causa di qualcuno o di qualcosa; i comportamenti degli altri o gli eventi esterni non sono mai la causa del nostro arrabbiarci, ma uno stimolo che elicita la nostra emozione connessa a un determinato bisogno.

Prova a pensarci: mi arrabbio perché il datore di lavoro mi nega le ferie o perché ho bisogno di riposo? Mi arrabbio perché l’altro mi insulta o perché ho bisogno di uguaglianza? Mi arrabbio perché il capo non mi promuove o perché ho bisogno di gratificazioni? Mi arrabbio perché i figli stanno facendo baccano o perché ho bisogno di concentrazione?

Non è il comportamento dell’altro a causare il nostro sentimento bensì il bisogno sottostante, che in qualche modo quel comportamento frustra o nega.

Un esercizio per capire e gestire la rabbia.

C'è un esercizio che uso spesso in terapia quando devo affrontare il tema della rabbia e che oggi voglio presentare anche a te. Si tratta di un esercizio che aiuta ad ascoltarsi, a guardarsi dentro e dunque a generare consapevolezza e riflessività.

La consegna è la seguente:
  1. Prendi un foglio e una penna. 
  2. Pensa a una persona ben precisa che in passato o di recente ti ha fatto arrabbiare.
  3. Ce l'ho con te perché: scrivi tutti i motivi per cui ritieni di essere arrabbiato con la persona che hai individuato. Non preoccuparti di scrivere bene, lascia piuttosto che la mano scorra da sola sul foglio.
  4. Ho bisogno di: ascoltati, entra in connessione con te stesso, chiediti e quindi scrivi quali sono i bisogni connessi ad ogni motivazione della tua rabbia.
  5. Ti ringrazio perché: pensa alla gratitudine che puoi provare per quella persona, nonostante ti abbia fatto soffrire e scrivi, punto per punto, tutti i motivi per cui senti di poterle essere grato (questo punto è molto difficile; se non te la senti non sei obbligato a farlo ma se ci riesci può essere molto liberatorio).
​
Allora? Come è andata? Pensi che questo esercizio ti è stato utile? Ha prodotto qualche novità in te? Se ti va, fammelo sapere nei commenti qui sotto e ricorda:

Saper connettere la rabbia ai propri bisogni aiuta a capirla, a darle senso e, quindi, a gestirla e a dirigerla in modo costruttivo. 
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    Autore

    Giorgio Franzosi è psicologo psicoterapeuta e terapeuta EMDR. Da diversi anni aiuta a ritrovare il proprio benessere psicofisico nel più breve tempo possibile. Lavora a Crema (CR) e Online.

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