L'utilizzo del paradosso in terapia è una strategia tipica delle terapie sistemiche, introdotta, sperimentata e perfezionata tra gli anni '50 e '70, ed oggi ancora molto sfruttata dai terapeuti sistemici.
Uno dei primi interventi paradossali con finalità terapeutiche è rintracciabile in Verso un’ecologia della mente (Bateson, 1977). Bateson racconta di una psichiatra, la dottoressa Frieda Fromm-Reichmann, la quale aveva in cura una ragazza schizofrenica che si era rifugiata in un mondo immaginario abitato da potenti dei. Parte 3 di 3 Alcuni anni dopo la prima formulazione della teoria del double bind, Bateson ha proposto una profonda revisione della stessa, affermando che il doppio legame, in certe circostanze connesse all’esperienza, può favorire l’insorgere di modelli comportamentali affini ai sintomi schizofrenici, ma che, per ragioni culturali, non sono considerati patologie.
Parte 2 di 3 Leggi la prima parte Negli anni '80 Cronen, Johnson e Lannamann propongono una revisione costruzionista della teoria del doppio legame che ha permesso di recuperarla dalla sua obsolescenza. La tesi accolta dagli autori è che il linguaggio non rappresenta la realtà, come ipotizzato dalla visione realista di Bateson, ma la costruisce.
Parte 1 di 3 La teoria del doppio legame (double bind) è il frutto della collaborazione di più persone geniali e dal bagaglio professionale molto variegato che nella prima metà degli anni cinquanta si riunirono nel così detto “gruppo di Palo Alto”, fondato da Gregory Bateson per studiare sul campo il ruolo dei paradossi nella comunicazione.
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AutoreGiorgio Franzosi è psicologo psicoterapeuta e terapeuta EMDR. Da diversi anni aiuta a ritrovare il proprio benessere psicofisico nel più breve tempo possibile. Lavora a Crema (CR) e Online. Categorie
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Luglio 2023
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19/12/2018
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