349 618 7791
Via Luigi d'Andrea 19 - Crema (CR)
Scrivimi
PSICOLOGO CREMA
  • Home
  • Chi Sono
  • Le Terapie
    • Terapia Individuale
    • Terapia di Coppia
    • Terapia Familiare
    • Terapia Sessuale Sistemica
  • Psicologo Online
  • F.A.Q.
  • Contatti
  • Blog
  • Home
  • Chi Sono
  • Le Terapie
    • Terapia Individuale
    • Terapia di Coppia
    • Terapia Familiare
    • Terapia Sessuale Sistemica
  • Psicologo Online
  • F.A.Q.
  • Contatti
  • Blog

BLOG

23/8/2018

0 Comments

I problemi in psicologia: uno sguardo sistemico-costruzionista

 
Costruzionismo
I problemi che le persone portano in terapia non sono mai un qualcosa di dato, ma prendono forma nel momento stesso in cui i pazienti entrano in contatto col terapeuta. 

In accordo con la teoria della cibernetica di secondo ordine, infatti, l'osservatore non è esterno al processo della conoscenza, ma anzi partecipa attivamente a costruire il sistema osservato e in ogni momento egli si rapporta col sistema con una comprensione che modifica la relazione con il sistema.
​
La terapia sistemica è stata profondamente influenzata dall’incontro con la cibernetica di secondo ordine, avvenuto agli inizi degli anni ’80 grazie soprattutto ai lavori di Heinz von Foerster, Humberto Maturana e Francisco Varela.

L’incontro della terapia sistemica con la cibernetica di secondo ordine esitò in un primo momento in un’impostazione costruttivista, che ebbe effetti dirompenti non solo sugli aspetti teorici del modello sistemico, ma anche e soprattutto sulla nozione stessa di terapia e sull’identità del terapeuta. Se fino agli anni ’70 si pensava che una osservazione oggettiva fosse possibile, la svolta epistemologica apportata dalla cibernetica di secondo ordine e dal costruttivismo mise in discussione questa premessa, introducendo l’idea che la conoscenza ha natura costruttiva.

L’affermazione della natura costruttiva della conoscenza implica riconoscere che le spiegazioni del terapeuta non sono oggettive, e che dunque le modalità di funzionamento di un individuo o di una famiglia non sono caratteristiche di quell’individuo o di quella famiglia, ma descrizioni del terapeuta. Non solo. Dal punto di vista costruttivista, non è più possibile distinguere tra comprensione e intervento: conoscere è intervenire e il conoscere è più legato alle mappe del terapeuta che alle reali caratteristiche della famiglia.

Questo cambiamento, nella pratica clinica, introduce una responsabilità epistemologica che fa riferimento al dovere del terapeuta di riflettere sul proprio modo di pensare, sui propri sistemi di riferimento, sui propri pregiudizi e sulle proprie emozioni: il sapere terapeutico, infatti, non è più neutrale, ma partecipa alla dinamica interattiva e può contribuire a innescare processi evolutivi, ma anche negativi e destabilizzanti.

Riflettere sui propri pregiudizi, sistemi di riferimento, emozioni (cioè esercitare l’autoriflessività) permette al terapeuta di assumerne la responsabilità e di utilizzarli nell’interazione terapeutica.

Come afferma Tomm, le decisioni che il terapeuta prende nel corso del colloquio non dipendono esclusivamente dal bagaglio tecnico-professionale, ma anche dalla sua storia di socializzazione come essere umano.

Se da una parte la svolta epistemologica costruttivista ha avuto un ruolo fondamentale nel portare i terapeuti sistemici a riflettere sulle conseguenze della natura costruttiva della conoscenza, dall’altra essa non è stata esente da semplificazioni.

L’autrice sottolinea ad esempio come il costruttivismo abbia posto l’enfasi sul terapeuta come osservatore, non considerando che anche il paziente a sua volta è un osservatore caratterizzato da un proprio linguaggio, proprie teorie e propri pregiudizi in base ai quali partecipa alla relazione terapeutica.

​Scrive Fruggeri: “Le operazioni conoscitive del terapeuta sono state al posto del centro dell’interesse, a scapito dell’interazione come se fosse il terapeuta a costruire unidirezionalmente il processo terapeutico, dimenticano che ogni processo conoscitivo prende corpo entro contesti comunicativo-interattivi”.

In altre parole, quella costruttivista è una posizione incentrata sulle operazioni costruttive del terapeuta, che non contempla i modi in cui il paziente partecipa attivamente al processo terapeutico.

È con l’entrata in campo del costruzionismo sociale, sviluppato nella seconda metà degli anni ’80 grazie soprattutto alle riflessioni di Gergen, che è stato possibile recuperare la dimensione sociale dei processi di costruzione, correggendo le semplificazioni individualiste postulate dai costruttivisti.

In ottica socio-costruzionista, l’osservatore costruisce la realtà dall’interno di una rete di relazioni, in cui gli aspetti cognitivi, emotivi e affettivi sono elementi costitutivi intrecciati tra loro e con gli aspetti istituzionali.

Mentre i costruttivisti s’interrogano su come gli individui costruiscono la realtà attraverso processi cognitivi in solitudine, i socio-costruzionisti pongono al centro del loro interesse come gli individui in relazione tra loro costruiscono la realtà attraverso processi interattivo-comunicativi.

Il livello della costruzione individuale e quello della co-costruzione, precisa Fruggeri, sono presenti in ogni situazione interattiva; sono due livelli distinti ma embricati: “[…] in ogni incontro terapeutico possiamo distinguere il livello in cui terapista e paziente (ognuno guidato dalle proprie premesse e dai propri sistemi di significato, sviluppati nella propria storia che è sempre storia di relazioni) agiranno secondo i propri scopi, e il livello del processo comunicativo attraverso il quale terapista e paziente negoziano la definizione di se stessi, della loro relazione e della situazione in cui sono coinvolti. Se dunque la messa in atto di un comportamento del terapista può essere riconducibile alle sue rappresentazioni, alle sue intenzioni e agli scopi che intende raggiungere, così come il comportamento del paziente è a sua volta riconducibile alle sue rappresentazioni, alle sue intenzioni e ai suoi scopi, l'esito, ovvero l'effetto delle azioni di ognuno di loro, viene generato nel processo di costruzione di cui il terapista e il paziente sono co-attori, ognuno a partire dai propri presupposti.
Se dalla prospettiva costruttivista radicale, focalizzata sul primo livello dell'interazione, il terapista rimaneva imprigionato nella trama di premesse epistemologiche e ontologiche che gli impedivano di "conoscere" il paziente e che lo portavano a ripiegarsi su se stesso sui propri linguaggi, pregiudizi, modelli di riferimento, dal punto di vista socio-costruzionista il terapista trova proprio nell'interazione il varco attraverso cui "guardare" il paziente. Certo lo sguardo non è più oggettivo o neutrale o esterno: è uno sguardo partecipativo”
.

Il terapeuta, decidendo chi invitare in seduta, ponendo certe domande piuttosto che altre, facendo o non facendo certe azioni, dicendo o non dicendo certe cose, utilizzando certe mappe e non altre, contribuisce a dare forma al problema portato dalla persona. Allo stesso modo, domande, azioni, premesse, pregiudizi, mappe cliniche contribuiscono a determinare la direzione e l’andamento della terapia.

​
​
​Bibliografia


  • Bertrando P. (2014), “Il terapeuta dialogico”. Antigone Edizioni.
 
  • Cirillo S., Selvini M., Sorrentini A. M. (2016), “Entrare in terapia. Le sette porte della terapia sistemica”. Raffaello Cortina Editore.
 
  • Fruggeri L. (1998), “Dal costruttivismo al costruzionismo sociale. Implicazioni teoriche e terapeutiche”. Psicobiettivo vol. 18-1.
 
  • Gergen K. J. (1985), “The social constructionist movement in modern psychology”. American Psychologist 40, 266-274.
 
  • Tomm K. (1987), "Interventive interviewing", Part 1. Family Process, 26, pp. 3-13

0 Comments



Leave a Reply.

    Autore

    Giorgio Franzosi è psicologo psicoterapeuta e terapeuta EMDR. Da diversi anni aiuta a ritrovare il proprio benessere psicofisico nel più breve tempo possibile. Lavora a Crema (CR) e Online.

    Categorie

    Tutti
    Approccio Sistemico
    Bateson
    Cibernetica Secondo Ordine
    Coronavirus
    Corpo
    Costruttivismo
    Costruzionismo
    Doppio Legame
    EMDR
    Epistemologia
    Linguaggio
    Mentalizzazione
    Metafora
    Open Dialogue
    Percezione
    Psicologia Sistemica
    Psicosomatica
    Psicoterapia Sistemica
    Realtà
    Strumenti Terapia Sistemica
    Terapia Di Coppia
    Terapia Narrativa
    Terapia Online
    Trauma
    Video

    Archivi

    Settembre 2021
    Giugno 2021
    Gennaio 2021
    Settembre 2020
    Giugno 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Febbraio 2020
    Dicembre 2019
    Giugno 2019
    Maggio 2019
    Marzo 2019
    Gennaio 2019
    Dicembre 2018
    Novembre 2018
    Ottobre 2018
    Agosto 2018
    Luglio 2018
    Giugno 2018
    Maggio 2018
    Aprile 2018
    Marzo 2018
    Febbraio 2018
    Gennaio 2018
    Novembre 2017
    Ottobre 2017
    Aprile 2017
    Novembre 2016
    Agosto 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Aprile 2016


​©2023 Giorgio Franzosi - Psicologo Crema
Riceve in via Luigi d'Andrea 19 - Crema (CR)
Tel: 349 618 7791 ||
Trovami sulla mappa​

P. iva: 04033120165
Privacy Policy
Facebook       Instagram