La psicoterapia è la cura attraverso la parola. Dentro la stanza di terapia, la conversazione tra psicologo e paziente diviene lo strumento principale del processo di cambiamento (ho già parlato altrove dell'importanza del linguaggio per lo psicologo sistemico).
Ci sono tuttavia situazioni in cui le persone faticano a trovare le parole per raccontare le proprie cose, vuoi perché troppo dolorose, o troppo imbarazzanti, o troppo oscure e incomprensibili, o ancora, paradossalmente, troppo note. Come fare in queste situazioni? Lo psicologo sistemico possiede nella propria cassetta degli attrezzi numerosi strumenti che permettono alla persona di narrare e narrarsi in modo alternativo alla parola. "Noci di Cocco" è uno di questi strumenti. Cosa c'entrano le noci di cocco con la psicologia e la psicoterapia?
"Noci di cocco: un gioco epistemologico" nasce diversi anni fa alCentro Panta Rei di Milano come lavoro di tesi di una collega (Fausta Naldi) e, dopo essere stato scientificamente validato dal dott. Antonio Caruso - direttore del Centro Panta Rei -, viene oggi utilizzato come strumento per la psicoterapia e la formazione.
Il titolo - che di primo acchito può apparire quantomeno bizzarro - è in realtà un omaggio al più grande pensatore sistemico del secolo scorso, Gregory Bateson. Scrive Bateson in Mente e Natura: Il pensiero può riguardare porci o noci di cocco, ma nel cervello non ci sono né porci né noci di cocco; e nella mente non ci sono neuroni, ma solo idee di porci e di noci di cocco. […] Il nome di una cosa non è mai la cosa e l’idea di porco non è il porco. Una mappa non è mai il territorio. Noi non conosciamo la realtà per quella che è, ma la costruiamo attivamente, giorno dopo giorno, a partire da quando veniamo al mondo. Le convinzioni che abbiamo sul mondo circostante - che il più delle volte sono inconsce - determinano il nostro modo di vederlo e di agirvi, e questo nostro modo di sentire e di agire determina a sua volta le nostre convinzioni sulla natura del mondo. Ognuno di noi è quindi imprigionato in una trama di premesse epistemologiche che, a prescindere dalla loro verità e falsità, assumono carattere di parziale autoconvalida. Noci di cocco è uno strumento che grazie al linguaggio simbolico (immagini) aiuta a prendere consapevolezza e a riflettere sulla propria epistemologia, cioè su quell'insieme di idee, di significati, di premesse e di pregiudizi che mappano il modo attraverso cui agiamo nel mondo e lo percepiamo. Come funziona Noci di cocco?
Noci di cocco si compone di 4 mazzi uguali di 110 carte immagine ciascuno. Può essere utilizzato sia con la singola persona sia con gruppi (ad esempio coppie o famiglie). Lo psicologo sceglie un tema che sente rilevante e chiede al/ai partecipante/i di costruire il proprio mondo che rappresenti il tema proposto, scegliendo un certo numero di carte. Costruito il/i mondo/i, lo psicologo procede con l'intervista, facendo attenzione a non interpretare le immagini, ma limitandosi ad esplorare le idee, i significati, i pensieri, le emozioni, che la persona attribuisce a ciascuna carta.
La carta raffigurante il leone, ad esempio, non rappresenta il coraggio, l'aggressività, la forza, la regalità, la pigrizia... Potrebbe rappresentarle tutte, oppure nessuna, o altro ancora. Tutto dipende dalle premesse della persona, dalla sua storia, da cosa quell'immagine gli evoca. Ci sono poi carte ambigue, cioè carte le cui immagini sono volutamente non chiare. È importante in questi casi che lo psicologo non suggerisca cosa potrebbe esservi raffigurato, ma che lasci libere le persone di decidere cosa vedere.
Quando utilizzare Noci di cocco?
Personalmente utilizzo Noci di cocco in un gran numero di situazioni molto diverse tra loro.
Temi imbarazzanti Ci sono argomenti che potrebbero suscitare vergogna. Non tutte le persone, per esempio, riescono a parlare liberamente della propria sessualità. Utilizzare immagini al posto delle parole facilita l'espressione delle proprie idee e dei propri vissuti; il contenuto rimanda a metafore che aiutano la persona raccontare e raccontarsi. Una consegna che mi capita spesso di fare in casi come questi è la seguente: "Ti chiedo di scegliere 7 carte che rappresentano la tua sessualità oggi, e 7 carte che rappresentino la sessualità che vorresti avere". Temi dolorosi Storie i cui vissuti sono troppo dolorosi possono non avere parole per essere narrate. L'utilizzo di immagini favorisce l'espressione di questi vissuti e aiuta le persone a esplorare nuovi possibili significati. Temi sconosciuti Sapere chi siamo, da dove veniamo, cosa vogliamo, dove vogliamo arrivare,... non è così scontato. Quando non troviamo le parole, le immagini - grazie al loro potere simbolico ed evocativo - possono farci accedere a narrazioni fino a quel momento sconosciute. Una consegna tipo può essere le seguente:"Scegli 10 carte che rappresentino chi sei oggi e 10 carte che rappresentino chi vorrai essere tra 5 anni"; "Ora scegli 5 carte ponte, cioè 5 carte che rappresentino cosa ti permetterà di passare da oggi a tra 5 anni". Temi troppo noti Può capitare durante i colloqui di percepire che le persone stiano raccontando qualcosa che li riguarda in modo automatico, senza essere veramente connessi emotivamente e cognitivamente. In queste situazioni può essere molto utile interrompere la narrazione e chiedere di raccontarla attraverso le immagini. Il risultato ottenuto è spesso una narrazione inedita, che favorisce l'acquisizione di nuove consapevolezze. Con i gruppi (coppie e famiglie) Le terapie di gruppo sono tra le più divertenti per introdurre Noci di cocco: non solo i partecipanti devono creare e raccontare il proprio mondo, ma devono anche osservare e ascoltare quello degli altri. Nella terapia di coppia, si può chiedere per esempio a ciascun partner di costruire segretamente i mondi che rappresentino la coppia di oggi e la coppia ideale, e successivamente di indovinare e di spiegare i mondi dell'altro. Ciò aiuta ad osservare se stessi mentre si osserva e ascolta l'altro, e quindi ad entrare in contatto con le proprie idee e con quelle del partner. In conclusione
Noci di cocco: un gioco epistemologico stimola il parlare di sé, la riflessione sul proprio immaginario, sulle proprie idee, premesse, vissuti, pregiudizi, e il confronto con gli altri. Tale riflessione può offrire un contributo significativo nel migliorare la comprensione e la qualità di relazione tra gli individui.
Giocare consente di affrontare temi complessi, talvolta imbarazzanti, sconosciuti o dolorosi e di confrontarsi con gli altri in modo lieve. Lo sforzo di indovinare i mondi degli altri sollecita la capacità di osservazione e stimola un atteggiamento di curiosità. Vuoi apprendere l'utilizzo di Noci di Cocco?
Il centro Panta Rei propone giornate formative per conoscere lo strumento e impararne le applicazioni nella pratica clinica. Puoi trovare maggiori informazioni a questa pagina.
carlotta vodret
13/12/2019 06:57:09
Vorrei avere più notizie sul gioco e dove trovarlo
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Giorgio Franzosi
13/12/2019 13:04:20
Buongiorno Carlotta, il gioco è venduto dal centro Panta Rei di Milano. Il centro propone giornate formative per apprendere ad utilizzare il gioco. Non ricordo se l'acquisto del gioco è subordinato alla formazione. Trova tutte le informazioni sul sito ufficiale del centro.
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AutoreGiorgio Franzosi è psicologo psicoterapeuta e terapeuta EMDR. Da diversi anni aiuta a ritrovare il proprio benessere psicofisico nel più breve tempo possibile. Lavora a Crema (CR) e Online. Categorie
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