Ebbene sì, la psicoterapia, proprio come i farmaci, è in grado di influenzare la struttura e il funzionamento del cervello. A dirlo sono alcuni studi (ad oggi circa una ventina) delle neuroscienze fatti attraverso neuroimaging funzionale (PET e SPECT), che hanno mostrato cambiamenti del cervello in seguito a trattamenti psicoterapeutici per disturbi d’ansia, disturbi depressivi e disturbi borderline di personalità. Ma come è possibile che la psicoterapia agisca direttamente sul cervello? Il nostro cervello possiede un'importante proprietà definita "plasticità neurale". Con plasticità neurale s’intende la capacità del cervello di essere modificato, sia durante lo sviluppo che da adulto, dall’esperienza e dall’ambiente. Qualsiasi comportamento umano deriva da processi di apprendimento: anche le azioni più spontanee, infatti, coinvolgono il sistema nervoso centrale che riceve le informazioni dall’ambiente, le confronta con quelle già acquisite e le conserva attraverso la memoria. L’apprendimento di qualcosa di nuovo lascia una traccia nel sistema nervoso: tutti i processi mentali di natura psichica o relazionale sono il risultato dell’attività dei neuroni cerebrali; ogni esperienza o cambiamento dei processi psicologici e cognitivi va a modificare la struttura del nostro cervello. La psicoterapia, quindi, può essere considerata un trattamento biologico a tutti gli effetti. Secondo Eric Kandel, psichiatra statunitense e premio Nobel per la medicina e la fisiologia, la psicoterapia costituisce una fonte di cambiamento in quanto stimola la ricerca di punti di vista alternativi, di nuovi modi di pensare, di nuovi significati e di comportamenti inediti. A livello biologico, il cambiamento è in grado di generare nel cervello nuove condizioni, modificando l’encefalo e alterando la forza delle sinapsi tra i neuroni, portando a delle modificazioni morfologiche vere e proprie nei neuroni stessi. La struttura del cervello può essere modificata attraverso le esperienze, la memoria, il pensiero, l’apprendimento e il linguaggio. La mente, pertanto, è il risultato del rapporto che si instaura tra le esperienze di vita ed i processi neurofisiologici. La riduzione di una sofferenza psicologica o di una psicopatologia può essere dunque ottenuta con la psicoterapia, anche nei casi classicamente trattati farmacologicamente. Lascia una Risposta. |
AutoreGiorgio Franzosi è psicologo psicoterapeuta e terapeuta EMDR. Da diversi anni aiuta a ritrovare il proprio benessere psicofisico nel più breve tempo possibile. Lavora a Crema (CR) e Online. Categorie
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