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16/6/2021

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Come funziona la terapia EMDR e cosa la rende così efficace?

 
Come funzione EMDR
L'EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è un approccio terapeutico ideato da Francine Shapiro alla fine degli anni ’80 ed è ad oggi considerato il trattamento elettivo per i traumi.

L’EMDR nasce in seguito a una fortunata scoperta: si racconta che la psicologa, passeggiando in un parco assorta in ricordi dolorosi, notò che rapidi movimenti oculari producevano un enorme sollievo dallo stress. Era il 1987 e da allora la ricerca sull’EMDR non si è mai fermata.


Per comprendere cosa renda l’EMDR così efficace nel trattamento dei traumi, è necessario conoscere le premesse su cui si fonda.

L'EMDR si basa sul "Modello di Elaborazione Adattiva dell'Informazione" (AIP), secondo cui il cervello ha la capacità naturale di elaborare le varie esperienze: il cervello, in condizioni di normalità, è in grado di acquisire le esperienze in modo tale che l’individuo possa accedere al ricordo in modo costruttivo e senza scatenare alcun tipo di disagio emotivo.

Quando si subisce un trauma, il cervello riceve una grossa mole di informazioni (pensieri, emozioni e sensazioni corporee) che non è in grado di elaborare e integrare secondo il consueto sistema di processamento: parte del cervello sinistro, deputata al linguaggio (Area di Broca) si "spegne", mentre viene iperattivato il cervello destro (cioè il cervello emotivo). Le informazioni rimangono così frammentate e “congelate” tra i due emisferi, motivo per cui la persona traumatizzata sperimenta quelle stesse emozioni e sensazioni fisiche che aveva provato al momento dell’evento. Non avendo processato adeguatamente l’informazione, la persona percepisce qualcosa di irrisolto, un disagio che può manifestarsi con sintomi a livello fisico e/o psicologico.

Il trattamento con EMDR rappresenta un focus di integrazione che parte dall’identificazione delle esperienze traumatiche e utilizza movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternate (suoni, tapping) per stimolare il sistema naturale di cui il cervello dispone per elaborare, “metabolizzare”, le esperienze particolarmente stressanti o traumatiche. Durante la stimolazione vengono sollecitati alternativamente i due emisferi cerebrali e le informazioni che fino a quel momento erano congelate e frammentate vengono progressivamente collegate a reti di memoria più ampia consentendo l'elaborazione del trauma.
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Cervello trino ed elaborazione del trauma

Il modello del cervello trino prevede tre aree all'interno del cervello, progettate per operare come un'unità ​che funziona in modo coordinato. Ogni cervello ha però allo stesso tempo un suo peculiare modo di comprendere ed elaborare l'informazione.

Il "cervello rettile" è il più antico dei tre, opera sulla base dell'istinto ed è responsabile delle funzioni del corpo correlate alla sopravvivenza. "Il cervello limbico", presente in tutti i mammiferi, si occupa delle esperienze relazionali ed emotive. La neocorteccia rappresenta la parte più evoluta dei tre cervelli ed è responsabile del ragionamento, della consapevolezza di sé e delle abilità di astrazione.

Ognuno di questi tre cervelli contribuisce al funzionamento globale con il suo particolare modo di comprendere il mondo, guidando le nostre azioni in modo coerente a tale prospettiva: la neocorteccia è in correlazione l'elaborazione cognitiva, il cervello limbico elabora le emozioni e il cervello rettile si occupa dell'elaborazione sensomotoria, la quale include il movimento, la percezione dei cinque sensi e delle sensazioni viscerali.

Le esperienze traumatiche possono compromettere il corretto funzionamento dei tre cervelli e ostacolarne la loro coordinazione nell'elaborare in modo funzionale, coerente e integrato l'esperienza.

Quando si lavora con l'EMDR per elaborare un trauma, il terapeuta chiede al paziente di individuare e di focalizzarsi sull'immagine peggiore del ricordo e sulla "convinzione negativa" ad esso associata (ad. esempio "sono in pericolo", "è colpa mia", "sono inadeguato", ecc.) - area della neocorteccia -, sull'emozione o emozioni dominanti - cervello limbico - e nel punto del corpo in cui la persona sente il disturbo - cervello rettile. Attraverso la stimolazione bilaterale vengono sollecitate queste tre aree del cervello e le informazioni cognitive, emotive e somatiche vengono processate e rielaborate trasformando così il trauma in un ricordo privo di qualsiasi condizionamento nella vita presente dell'individuo.
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    Giorgio Franzosi è psicologo psicoterapeuta e terapeuta EMDR. Da diversi anni aiuta a ritrovare il proprio benessere psicofisico nel più breve tempo possibile. Lavora a Crema (CR) e Online.

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