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11/7/2016

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I sette principi fondamentali del modello sistemico

 
i principi dell'approccio sistemico
Paolo Bertrando nel libro “Nodi familiari” individua alcuni principi fondamentali del modello sistemico, ripercorrendone l’evoluzione a partire dalle idee originarie elaborate da Gregory Bateson e dal Gruppo di Palo Alto negli anni ’50, fino ad arrivare ai più recenti sviluppi connessi alla cibernetica di secondo ordine, al costruttivismo e al costruzionismo sociale. 
1) CI RELAZIONIAMO DUNQUE SIAMO
Questo principio dichiara il ruolo centrale della relazione, contrapponendosi ai modelli centrati sull’individuo. Le relazioni influenzano costantemente la nostra vita fin dalla nascita; senza di esse non potremmo esistere. Dare importanza alle relazioni non significa mettere tra parentesi gli individui, ma riconoscere la centralità della componente relazionale ed interattiva che sta alla base della storia passata, presente e futura delle persone.

2) CIRCOLARITÀ
Gli eventi, nella prospettiva sistemica, non seguono una logica lineare ma circolare. Ciò significa che all’interno di un sistema gli eventi si influenzano reciprocamente, rendendo impossibile stabilire cosa è causa e cosa è effetto. Pensare in modo circolare significa porre attenzione all’interdipendenza e alle reciproche influenze dei comportamenti umani, sfidare pregiudizi, abbandonare logiche colpevolizzanti e abbracciare una visione più complessa.

3) DARE UN CALCIO A UN CANE È DIVERSO DAL DARE UN CALCIO A UN SASSO
Gli esseri viventi, afferma Bateson, sono macchine complesse, non banali, imprevedibili. La traiettoria di un sasso calciato può essere facilmente calcolata prendendo in considerazione alcuni parametri (forza del calcio, angolazione, massa del sasso, ecc.), mentre il comportamento del cane non può essere in alcun modo previsto in quanto reagisce in risposta a una comunicazione (il calcio) e non a una semplice forza impressa. Gli esseri viventi retroagiscono alle comunicazioni attraverso feedback che influenzano a loro volta la fonte del messaggio, in un gioco circolare e potenzialmente infinto.
La comunicazione non è più vista come un semplice scambio di informazioni ma come una co-costruzione di significati.

4) TUTTO QUELLO CHE FACCIAMO È INFLUENZATO DA PREGIUDIZI
Cecchin nel libro “Verità e pregiudizi” - scritto in collaborazione con Lane e Ray - definisce i pregiudizi nel modo seguente: “Quando parliamo di pregiudizi intendiamo ogni serie di fantasie, idee, verità accettate, presentimenti, preconcetti, nozioni, ipotesi, modelli, teorie, sentimenti personali, stati d’animo e convinzioni nascoste: di fatto ogni pensiero preesistente che contribuisca, in un incontro con altri esseri umani, alla formazione del proprio punto di vista, delle proprie percezioni e delle proprie azioni”.
Tutti hanno pregiudizi, anche lo psicologo. L’incontro tra cliente e psicologo è allora un incontro tra premesse attraverso cui co-costruire nuove narrazioni, idee, relazioni, modi di sentire e di agire.

5) LO PSICOLOGO FA PARTE DEL SISTEMA CHE STA OSSERVANDO
Questa idea nasce negli anni ’80 con l’avvento della cibernetica di secondo ordine (detta anche dei sistemi che osservano), grazie soprattutto ai lavori di Heinz von Foerster. La premessa di base della Cibernetica di Secondo Ordine è la seguente: "l’osservatore non è esterno al processo della conoscenza, ma anzi partecipa attivamente nel costruire il sistema osservato e in ogni momento egli si rapporta col sistema con una comprensione che modifica la sua relazione col sistema". L’osservatore è parte di quanto sta osservando. La Cibernetica di Secondo Ordine offre una prospettiva per comprendere i fenomeni ricorsivi come le conversazioni, i processi di costruzione della conoscenza e le interazioni sociali, usando come metodo proprio le conversazioni dialogiche centrate sui processi di conoscenza e di interazione.

6) OGNI VERITÀ IN TERAPIA È PROVVISORIA
Lo psicologo sistemico procede formulando ipotesi e non facendo interpretazioni. 
L’ipotizzazione è “la capacità dello psicologo di formulare un'ipotesi fondata sulle informazioni in suo possesso. Con tale ipotesi lo psicologo stabilisce il punto di partenza della propria investigazione effettuata con metodiche atte a verificarne la validità. Qualora l'ipotesi risultasse errata, lo psicologo dovrà formularne rapidamente un'altra suggeritagli dalle informazioni raccolte durante il lavoro di verifica dell'ipotesi precedente”.
Le ipotesi sistemiche sono modi di mappare provvisoriamente gli eventi, connettendo le informazioni raccolte durante la conversazione. Le ipotesi sistemiche non sono né vere né false, ma più o meno utili al processo terapeutico. Servono a introdurre nuovi modi di vedere le cose aprendo la strada a possibili cambiamenti.

7) IL PASSATO DETERMINA CIÒ CHE SIAMO, MA CIÒ CHE SIAMO DÀ SENSO AL NOSTRO PASSATO.
In ottica sistemica anche la dimensione temporale è caratterizzata da circolarità. Se non v’è dubbio che il passato influenza il presente, è altrettanto vero (ma contro-intuitivo) che il passato acquisisce senso solo in relazione a quello che siamo oggi. Allo stesso tempo aspettative, realtà immaginate e desideri futuri plasmano le scelte che compiamo nel qui ed ora.
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    Autore

    Giorgio Franzosi è psicologo psicoterapeuta e terapeuta EMDR. Da diversi anni aiuta a ritrovare il proprio benessere psicofisico nel più breve tempo possibile. Lavora a Crema (CR) e Online.

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