Il termine "emozione" deriva dal latino moveo (muovere) con l'aggiunta del prefisso e-, per indicare che in ogni emozione è implicita una tendenza ad agire.
Secondo i biologi evoluzionisti, le emozioni hanno la funzione di guidare l'individuo nell'affrontare situazioni e compiti la cui complessità va oltre le possibilità del solo intelletto: momenti di pericolo, perdite dolorose, riuscire a portare a termine obiettivi nonostante la frustrazione, sono solo alcuni esempi in cui l'emozione gioca un ruolo determinante. In altre parole, le emozioni sono risorsa imprescindibile per la sopravvivenza dell'individuo e della specie. Le emozioni hanno origini antiche, sono il frutto dell'evoluzione di milioni di anni e hanno permesso l'emergere di reazioni automatiche che durante il periodo critico della preistoria umana hanno fatto davvero la differenza fra la vita e la morte. Nel corso dell'evoluzione il repertorio emozionale si è impresso nel nostro sistema nervoso come bagaglio comportamentale innato, e questo spiega perché vi siano situazioni in cui le emozioni hanno la meglio sulla ragione. Per poter capire meglio la grande influenza delle emozioni sulla mente razionale e per comprendere anche perché talvolta emozione e ragione entrino in conflitto, bisogna considerare il modo in cui si è evoluto il cervello umano. Dal punto di vista evolutivo, il cervello è costituito da tre strutture principali: il tronco cerebrale, il sistema limbico e la neocorteccia. Il tronco cerebrale è la parte più antica del cervello. È presente in tutte le specie dotate di un sistema nervoso abbastanza sviluppato e si occupa della regolazione delle funzioni vegetative (come il respiro) e del metabolismo degli altri organi; controlla inoltre le reazioni e i movimenti stereotipati. Il tronco cerebrale è dunque la parte del cervello che assicura il corretto funzionamento dell'organismo, in modo da garantirne la sopravvivenza. Dal tronco cerebrale deriva il sistema limbico, che è la sede delle emozioni. Dal sistema limbico, milioni di anni dopo, si è sviluppata la neocorteccia, struttura cerebrale responsabile di tutte le capacità specificatamente umane. La neocorteccia è la sede del pensiero, contiene i centri che integrano e comprendono quanto viene percepito dai sensi e permette di riflettere sui sentimenti che proviamo. Prima che esistesse un cervello pensante, dunque, esisteva già un cervello emotivo. Poiché molti centri cerebrali superiori si sono sviluppati dal sistema limbico, il cervello emozionale ha un ruolo fondamentale nell'architettura neurale. Le aree emozionali sono strettamente collegate a tutte le zone della neocorteccia attraverso una miriade di circuiti connettivi e ciò conferisce ai centri emozionali l'immenso potere di influenzare il funzionamento di tutte le altre aree del cervello, compresi i centri del pensiero. La risposta comportamentale delle emozioni
In prospettiva biologica, le emozioni sono impulsi ad agire. Ogni emozione prepara il corpo a uno specifico tipo di risposta.
Queste inclinazioni biologiche a un certo tipo di azione vengono poi ulteriormente plasmate dall'esperienza personale e dalla cultura. La perdita di una persona vicina, per esempio, genera universalmente tristezza e dolore ma il modo in cui esterniamo il lutto è forgiato dalla cultura di appartenenza. Bibliografia
Lascia una Risposta. |
AutoreGiorgio Franzosi è psicologo psicoterapeuta e terapeuta EMDR. Da diversi anni aiuta a ritrovare il proprio benessere psicofisico nel più breve tempo possibile. Lavora a Crema (CR) e Online. Categorie
Tutti
Archivi
Luglio 2023
|
30/9/2021
0 Commenti